Jazz In Cantiere 2006 – Trio Chemistry – Enfant Prodige

Domenica 19 marzo si è tenuto il primo appuntamento della rassegna Jazz In Cantiere. La serata, al Teatro Monteverdi, ha visto sul palco il Trio Chemistry e gli Enfant Prodige.
Il Trio Chemistry, primo ensemble a esibirsi, è formato da tre chitarristi, Marco Torriani, Marco Zanardi e Stefano Mantegazza. Le tre chitarre acustiche ci regalano quasi un’ora di concerto, spaziando tra i territori musicali più disparati. Oltre all’ottima e appassionata esecuzione, i tre si fanno apprezzare in primo luogo per la scelta delle cover jazz: lungi da qualsiasi compiacimento snobistico, la setlist è costruita su brani classici e famosi, tanto che anche i più o meno “profani” dimostrano di conoscere parecchi dei pezzi eseguiti. Il discorso vale a maggior ragione per le rivisitazioni più disparate di brani cantautorali (uno splendido inserto di Enzo Jannacci, la celebre Vengo Anch’Io. No, Tu No) e rock (il surf di Misirlou di Dick Dale, brano degli anni ’60 che ha trovato enorme fortuna come pezzo d’apertura di Pulp Fiction, e il progressive di Red dei King Crimson). I tre conquistano anche la simpatia del pubblico presente in sala, soprattutto durante i siparietti che coprono il tempo necessario a cambiare una corda della chitarra, saltata durante un assolo particolarmente infuocato. Nel finale eseguono anche un brano di loro composizione. Molto bravi.
A seguire gli Enfant Prodige, che suonano invece elettrici. La formazione è composta da Giovanni Colombo alla tastiera, Jacopo Delfini alla chitarra e voce, Matteo Lorito al contrabbasso e Nicola Frosi alla batteria. Il quartetto propone classici jazz e altri brani, rivisitati in chiave swing. I brani strumentali si alternano a quelli cantati. In particolare, cito con piacere le riletture di brani dei Beatles (Eleanor Rigby e Here Comes The Sun), a cui viene donato un sapore quasi latineggiante. L’impostazione jazzistica più “tradizionale” emerge durante il consueto spazio dedicato agli assoli, nel quale anche contrabbassista e batterista hanno modo di dare sfoggio della loro abilità di virtuosi, già ampiamente dimostrata da chitarrista e tastierista. Un clima del tutto differente da quello del gruppo precedente e ugualmente valido.
Ottima serata, dunque, con musica di altissima qualità. La risposta di pubblico è stata discreta: si spera che le presenze facciano registrare un ulteriore incremento nel corso dei prossimi appuntamenti.

Carmine Caletti