Intervista ai E il dentro e il fuori e il box 84

A rispondere alle nostre curiosità è Lorenzo Lemme, batterista degli E il dentro e il fuori e il box 84, qui in veste di portavoce della band.

Voi definite il vostro genere Hard-Quore, ma di preciso cos’ è?

Musicalmente parlando? Dunque: la nostra discografia è tutta autentico Hard-Quore. Comodo no? Sono tutte le nostre influenze musicali: possiamo parlare di noise, grunge, jazz-core, progressive, cross over, ma anche di Tricarico, Rino Gaetano, Subsonica, ecc. Insomma in ciò che ci piace e ci è  piaciuto c’ è  sempre sotto un pò di Hard-Quore: Scisma, Marlene, CSI per citarne ancora. I Fugazi, i Gogol Bordello, ma pure Manu Chau, tutti quei progetti che hanno in comune un approccio alla musica molto rispettoso e diretto, non troppo sofisticato…c’ è  Hard-Quore in questi artisti! L’ Hard-Quore in definitiva è un approccio spontaneo che si vuole liberare, si lascia andare anche nei live . Non è nulla di nuovo, ma non è facile non cedere a comportamenti “aggiustati” che a volte fanno comodo sia in fase compositiva che in fase d’ esecuzione.

La fine del potere è uscito sotto l’ etichetta Trovarobato. Un bel traguardo…

Sì, più che un traguardo speriamo sia l’ inizio di una collaborazione lunga. C’ è  tanta stima reciproca e siamo felici di fare parte della stessa etichetta dei Mariposa, Dino Fumaretto e Iosonouncane.

Quando è nata la vostra passione per la musica e l’ idea di fondare una band che ha un carattere così preciso?

La musica ha sempre fatto parte delle nostre vite. A 25-26 anni avevamo già diverse esperienze alle spalle ma ci siamo ritrovati con la voglia di fare qualcosa di originale, non banale, non retorico e il Box 84 è venuto fuori pian piano durante le lunghe chiaccherate filosofiche e le sessioni musicali che facevamo. Ciò che avevamo in comune è venuto fuori naturalmente.

Che aspettative avevate quando avete cominciato?

All’ inizio nessuna, poi gli impegni sono aumentati. Mi ricordo che una volta dissi: “Quando suoneremo davanti a 200 persone mi sentirò realizzato” e di lì un paio d’ anni è successo più di una volta che venissero 200 persone a sentire un nostro concerto. Ora gli obiettivi sono diversi, tipo arrivare a 2000 like sulla nostra pagina facebook, fare 20 date entro la fine del 2012, partecipare a quei festival che ancora non ci hanno ospitato. Vogliamo crescere lentamente, andiamo per gradi ma rimane sempre viva l’ idea iniziale del nostro progetto.

Leggenda o verità la storia del Box 84?

Verissimo! Siamo nati nel Box numero 84. Lì abbiamo suonato per ore e ore prima che nascesse il gruppo. Box 84, piano inferiore, Via del Casaletto 130. Roma. Ora siamo nel Box 25 o 26 in Via del Trullo, ma ormai il nome è quello che abbiamo…

Parlate di temi importanti nelle vostre canzoni ma siete scatenati. Non avete paura che la gente possa essere affascinata più da questo che dal contenuto di ciò che dite?

Sì, questa è una riflessione importante. L’ idea è di parlare in tanti modi: per alcuni è più corretto che ci lasci andare sul palco e per altri è meglio ascoltare testi  e contenuti. Lasciare un segno in un modo o nell’ altro è fondamentale per noi, poi sappiamo che se si vuole approfondire si può tranquillamente farlo con la lettura delle liriche o visitando il nostro sito. I contenuti non mancano sicuramente anche se durante i nostri concerti non facciamo comizi!

Ho letto che avete spesso arricchito i vostri live con immagini, danze…cosa dobbiamo aspettarci quando veniamo a vedere i vostri concerti?

C’ è  stata Patrizia Pecorella che dipingeva, Cristina Spanò che illustrava, Francesca Chiacchio a Annalisa Di Salvo che ballavano. Poi c’ era Alessandro Ciccarelli alla tromba. Ora tornati alle origini siamo molto concentrati su noi tre, ma sempre molto aperti a collaborazioni per i live. Non so dirvi cosa ci inventeremo, ma noi tre siamo già abbastanza scemi!

www.eildentroeilfuorieilbox84.org