Dopo la recensione cha abbiamo fatto al loro disco Achab, ecco l’ intervista agli Elettrofandango.
Achab è il vostro secondo lavoro in studio. Che differenze ci sono tra il primo disco e questo. E’ stato difficile approcciarsi alla scrittura di un secondo album?
Sinceramente no, non abbiamo problemi ad entrare in studio, più ad uscire! Abbiamo sempre un sacco di roba in testa da voler registrare, spesso siamo costretti a scartare del materiale! In quanto già peccato era un disco decisamente compatto e verteva su determinate sonorità, che erano lo specchio di quello che eravamo noi quasi quattro anni fa. Achab è più fresco ed aperto. Il risultato del suono tipico degli EF dopo aver viaggiato parecchio, conosciuto nuove tendenze, fatto concerti con altre persone, ecc…
Se la vostra musica avesse un nome quale sarebbe e cosa rappresenterebbe?
Ultimamente ci siamo affezionati alla definizione Elettro. Scuba. Noise; un suono ruvido, immerso, avvolgente, elettronico. Profondo.
Alcuni hanno definito il vostro disco un concept. Siete d’ accordo o non era proprio questa la vostra intenzione?
E’ sicuramente così: un concept sull’ animo umano. Ci piace scherzare un sacco sui nostri dischi. Tutto il colore, l’ ambientazione e i temi sono essenzialmente delle scuse, dei veicoli. Quello che ci interessa è mettere in musica quello che ci passa per la testa. Trasmettere quello che abbiamo nel cervello e nella pancia. Creare sonorità, chimica e pulsioni come ci pare. Tutto il resto è un gioco!
Che ruolo ha la tecnica per voi e nelle canzoni che fate? Credete più nel talento-istinto naturale o pensate che lo studio e la disciplina abbiano un valore fondamentale per chi vuole fare l’ artista?
La tecnica non copre davvero nessun ruolo. Siamo degli ignoranti come musicisti. Impariamo a suonare facendo le nostre stesse canzoni. Sembra assurdo ma è così, viviamo la sala prove come un momento di crescita. Ci sproniamo a vicenda e nessuno di noi parte preparato in partenza.
Per un musicista la performance dal vivo è il momento migliore, ma purtroppo crearsi i propri spazi sta diventando sempre più complicato. Voi cosa ne pensate? Fate lunghe trasferte per i vostri concerti, magari anche all’ estero?
E’ proprio come dici tu. Facciamo tutto questo solo per poter salire su un palco. Il live è un pò come una droga per noi e cerchiamo di fare in modo che lo sia anche per il nostro pubblico. Corriamo su e giù l’ Italia per poterci drogare!
Voi come siete arrivati a raggiungere i primi traguardi importanti?
Ci siamo arrivati con la costanza e nel tempo, facendo tanti sacrifici ma ottenendo anche tante soddisfazioni, divertimento e il ricordo di bellissimi momenti indimenticabili! Oltre a noi stessi però ci sono ben poche persone da ringraziare, almeno fino ad ora. Tuttavia sappiamo benissimo che sono le regole del gioco; l ‘importante è esserne consapevoli.
Che ne pensate della scena musicale del nostro paese, sopratutto di quella underground?
E’ parecchio florida e anzi quest’ ultimo periodo sembra che ci siano molti più gruppi totalmente differenti tra loro.
Cinque artisti/gruppi che vi hanno influenzato musicalmente.
Bachi Da Pietra, The for Carnation, Tomahawk, Melvins, Aphex Twin
Progetti per il futuro o appuntamenti a cui non possiamo mancare…
Avete presente la scena del babbuino nel film di Cronenberg La Mosca? Venite ai nostri concerti…vi rivoltiamo come dei calzini!